Il mio desiderio più ambizioso sarebbe quello di aprire un piccolo presidio medico per colmare l'assenza della sanità pubblica, di fatto inaccessibile. Poter realizzare un ambulatorio sufficientemente qualificato, con personale locale, aiuterebbe moltissimo l'intera comunità.
Ogni volta che arrivo dai miei bambini, le famiglie del villaggio mi sommergono di richieste di cure mediche, soprattutto per i piccoli. Questo significa allontanarsi per andare all'ospedale più vicino, con un mezzo di locomozione proprio (nel mio caso una vecchia motoretta!), perdere molto tempo e pagare le cure: nessuno può permetterselo.
Poter accedere alle cure di base in maniera più semplice e veloce sarebbe già moltissimo, per loro: un dispensario gestito da un'infermiera potrebbe fornire, per esempio, un primo soccorso per le ferite o distribuire farmaci fondamentali come il chinino per le febbri malariche.
Una delle storie che mi stanno più a cuore è quella di Alin, una piccola bimba epilettica che soffriva molto a causa della sua malattia: non parlava, non andava a scuola, era emarginata a causa delle crisi. L'ho portata in ospedale, le hanno diagnosticato la sua malattia e prescritto una cura: adesso prende una pastiglia al giorno, sta meglio, ha cominciato a esprimersi e può andare a scuola. Può avere una vita.
alin
alin sorride
è in prima fila!